XXX Domenica / B –

Mc 10,46-52

Gesù, abbi pietà di me!

Un grido del cieco, accorato e insistente.

Un grido che raggiunge Gesù, il Figlio di Davide,

 il quale per mezzo della folla lo chiama a venire.

 

 

La strada. Prima di incontrare Gesù, Bartimèo era cieco, seduto lungo la strada; dopo la guarigione Bartimèo segue Gesù lungo la strada. In questo brano la strada fa da cornice; essa è la vita, a volte impossibile, ferma e bloccata che Gesù rende strada percorribile, cioè vita veramente vissuta, liberata e illuminata.

La folla. Bartimèo arriva a Gesù con il grido insistente di supplica, ma è la folla a prenderlo e a dirgli di alzarsi e di avere coraggio. Questa può essere l’immagine della chiesa chiamata a mediare perché la parola del Maestro giunga alle persone sole e “cieche”. Si potrebbero citare le parole di Papa Francesco: “la chiesa in uscita”.

Gridava ancora più forte.  La preghiera di Bartimèo è una richiesta insistente, fatta senza timore di infastidire il Maestro… è tenace e perseverante. Così dovrebbe essere anche la nostra preghiera. Inoltre, è preghiera al Figlio di Davide, cioè una vera e propria professione di fede nel Messia. Bartimèo riconosce in Gesù il Messia tanto atteso dal popolo d’Israele.

Mantello. Il cieco lascia il mantello, cioè getta via tutto quello che lo copriva… le sue sicurezze. Mosso dalla fede, balza in piedi e va verso Gesù! La fede nasce ed è feconda in questo abbandono fiducioso in Gesù e nel distacco dalle proprie certezze.

Abbi pietà di me! È il grido del timorato di Dio. Questo viene prima della richiesta di guarigione: “Abbi pietà di me!”. Per Bartimèo è più importante lo sguardo pietoso di Dio della guarigione fisica, anche se poi la luce ottenuta diviene lampada che illumina il suo cammino di sequela.