XXIX Domenica

tempo ordinario (anno B)

Mc 10, 35-45

CHI VUOE DIVENTARE GRANDE

SARA’ VOSTRO SERVITORE

 

Maestro concedici di sedere… Anche i discepoli pensavano a Gesù come a qualcuno grazie al quale guadagnare qualcosa per la  propria vita, per avere successo. Gli evangelisti non oscurano i limiti degli apostoli che possono essere anche i nostri.

Questa aspirazione può essere anche il desiderio lecito di vivere i carismi ricevuti da Gesù stesso, in questo caso il fatto di essere stati chiamati ad una sequela più intima.

Tuttavia il Signore non  chiama alla sua sequela per primeggiare: come dice sant’Agostino anche le buone azioni possono essere insediate dalla superbia.

Possiamo dire che questo moto un pò sfacciato dei discepoli venga raccolto da Gesù nella sua intenzione buona, ma poi riportato nella vera modalità con la quale raggiungere il fine desiderato: fare la volontà del Padre nel servizio.

A volte anche la nostra preghiera può essere fatta con spirito di richiesta e non di comunione con il Padre. Ci viene da chiedere a Dio di fare questo o di stare in un altro luogo invece che nel posto attuale. 

Cosa volete che io faccia per voi? A volte ci capita di cadere nella tentazione di chiedere a Gesù di risolvere un problema. Lui ci fa capire che una soluzione è possibile solo nel dono di sé e nell’abbassarsi a quella situazione assumendola nel servizio, sia quando la situazione è comunitaria, sia quando è creta da un “nemico”.

Gli altri cominciarono a indignarsi. Ci capita di cadere nella tentazione di fare il confronto con gli altri e con i risultati da loro ottenuti. Invece Gesù invita ad entrare nella logica del servizio senza pretendere di vedere il frutto immediato del nostro agire e senza giudicare. Continua a bere il calice in comunione con lui e ad offrirti nel servizio. 

Il calice che io bevo… e nel battesimo in cui io sono battezzato. Gesù risponde ai desideri degli apostoli e corregge i loro falsi atteggiamenti facendogli capire che prima che loro possano percorrere la strada del servizio è necessario che lui beva il calice e venga battezzato. San Paolo scriverà: tutto posso in Colui che mi dà la forza.