IV Domenica di Pasqua (anno A)
Gv 10, 1-10
IO SONO IL BUON PASTORE,
DICE IL SIGNORE,
CONOSCO LE MIE PECORE
E LE MIE PECORE CONOSCONO ME.
Quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a loro. Gesù tira fuori le pecore dal recinto che probabilmente sta ad indicare il luogo del tempio chiuso dal cortile, una chiusura non di protezione ma di legame, dato che la legge dei farisei era diventata per gli ebrei appesantita e svilente. Gesù le tira fuori e si fa anche porta, cioè l’unico passaggio attraverso il quale il credente può entrare nella vera libertà dei figli di Dio.
Gesù disse loro questa similitudine ma essi non capirono. Accade più di una volta nel Vangelo di Giovanni che le parole di Gesù o vengono fraintese o non capite. In questo modo l’evangelista fa capire che in quei contesti il credente per entrare nel mistero rivelato deve fare un passaggio interpretando il tutto in un senso spirituale.
Quelli che sono venuti prima di me sono ladri e briganti. Chi sono? Probabilmente è quella parte dei sacerdoti giudei che deformano la legge e che Gesù più volte accusa. Voi dite di essere figli di Abramo, ma intanto volete uccidermi! E ancora in quaresima: quando digiunate non siate come i farisei…. Gesù è la vera porta ed entrare in relazione con lui ci permette di farsi da lui pascolare.