III Domenica (anno A)
Mt 4,12-17
Il popolo
che camminava nelle tenebre
vide una grande luce.
La Parola. Da tre anni papa Francesco ha dedicato questa domenica alla Parola, domenica che è inserita nel tempo di preghiera per l’unità dei cristiani.
Terra di Zabulon. L’evangelista Matteo riprende una profezia del profeta Isaia e il luogo dove Gesù inizia la sua missione è un crocevia di genti, terra di passaggio e di commercio dove gli uomini cercano la vita. In questo contesto Lui porta la vita nuova. Papa Francesco dice: può una parola dare la vita? Si, come la parola del maligno ha dato la morte ai nostri progenitori così la Parola di Gesù da la vita.
Il popolo che camminava nelle tenebre. Le tenebre indicano il peccato.
Subito. Di fronte alla chiamata gli apostoli subito si mettono alla sequela. Questa parola tocca il cuore e muove la persona a seguire Gesù, e si cala in una vita già impegnata nel proprio lavoro e nelle proprie realtà familiari. E’ una parola che attira e infiamma il cuore e lo chiama a coinvolgersi totalmente nella nuova realtà proposta da Cristo.
Gesù camminava e percorreva. Questi due termini indicano un’inclusione che evidenzia perché Gesù è venuto: per liberare e beneficiare.
Vi farò pescatori di uomini. Il primo pescatore è Gesù stesso.
Andando oltre. Più che un luogo spaziale potrebbe significare che Gesù guarda al di là delle tenebre, al di là del buio del peccato e delle sofferenze umane.
Dopo che Giovanni era stato arrestato. Gesù non predica proprio nel vuoto o totalmente dal nulla, ma la sua parola si cala nei discepoli di Giovanni. In tale contesto il subito della risposta degli apostoli non va pensato in senso temporale. Di fatto la nuova predicazione di Gesù si avvale di quella precedente del Battista del quale prende il testimone; essa, la missione del Cristo, è già stata preparata nel cuore dei discepoli di Giovanni.