XXX Domenica anno C

Lc 18,9-14

Chi si umilia

sarà esaltato!

 

 

Tornò a casa giustificato. Perché Dio accetta la preghiera di uno e dell’altro no? Sembra di vedere la stessa logica dell’offerta a Dio accettata per Abele e rifiutata per Caino. Questo perché uno non è nella disposizione giusta di preghiera. E’ pieno di sé, ragiona tra sé e non prega Dio mettendo la propria vita non in relazione a Dio ma agli altri, in questo caso il pubblicano. Questa preghiera non arriva a Dio!

Si batteva il petto. Il pubblicano sa che c’è qualcuno che può risolvere i suoi problemi, si batte il petto. Questa preghiera arriva a Dio perché è quella del vero povero che non confida in se stesso.

Essere giusti. C’è una contrapposizione tra il sentirsi giusti e il venire giustificati. Questo indica la parabola. Quando si è forti delle proprie giustizie Dio non può venire a differenza invece di quando la giustizia è cercata in Dio. Lui, giustificando, si rende presente all’anima della sua creatura.

Disprezzavano gli altri. Il fariseo disprezzando l’altro non lo vede nella sua povertà e quindi non lo ama, ma lo giudica.

Ti ringrazio perché non sono come… Nel vantarsi emerge l’egoismo e non si capisce il senso del perdono che solo l’umile, cioè chi confida in Dio, può accogliere.

O Dio ti ringrazio. Il fariseo ha una visione distorta di Dio, lo considera come uno che fa delle preferenze a uno rispetto ad un altro.