V Domenica di Quaresima / C
Gv 8, 1-11
Donna…
nessuno ti ha condannata?
Neanche io ti condanno;
va’
e non peccare più.
Donna nessuno ti ha condannata? Sembra che dalla coscienza della donna cadano tutte le voci di accusa che possono nascere quando uno si trova imprigionato nel peccato. Certo quelle voci di accusa sottolineate da Gesù sono esterne ad essa, ma in realtà queste sono anche presenti nei rimorsi che la coscienza sente ogni qual volta il peccato prende il sopravvento. Gesù è l’avvocato verso colei che riconosce il proprio peccato.
Gesù si avviò verso il monte degli ulivi. Il Signore compie il gesto della misericordia sul monte degli ulivi, là dove l’accusa e la condanna dei farisei e dei sacerdoti del tempio lo raggiungeranno per condurlo sul patibolo della croce. In quel luogo l’accusa si trasforma in perdono, la giustizia impietosa lascia il posto alla difesa misericordiosa.
Gesù si chinò e si mise a scrivere per terra. Chinandosi umilmente per ben due volte Gesù scrive a terra, giudica dal basso e non dall’alto della pretesa umana, compiendo un gesto che forse richiama le tavole della legge date da Jahvè al popolo d’Israele e scritte con il dito di Dio. Con il dito Gesù scrive la nuova grande “legge” della misericordia.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Dice sant’Agostino che sulla scena rimasero la miseria e la misericordia. Nessuno sente di inserirsi in questo incontro tra la donna e Gesù poiché nessuno scaglia la prima pietra, quella che normalmente era lanciata dal primo uomo con l’intento di uccidere. La morte si arresta di fronte alla misericordia. Emerge la grande misericordia di Dio che perdona il peccato.
Lo lasciarono solo. Forse a Gesù sarebbe piaciuto che qualcuno di quegli uomini si fermasse e riconoscesse l’azione della misericordia. Questo più che un giudizio su quegli uomini può esortare ciascuno di noi che a volte facciamo fatica a calarci nelle situazioni di miseria umana.
Non peccare più. Questo invito a non peccare più non è tanto un’esortazione morale ad agire correttamente, ma è la rivelazione che Gesù fa della grazia che una volta accolta rende l’uomo capace di non peccare e allo stesso tempo di perseverare nell’amore. In questa esortazione a non peccare risalta anche la grande dignità che Dio conferisce alla donna. Lui crede in lei, malgrado il peccato la condiziona!
Maestro… tu che ne dici? Chiedendo a Gesù un suo parere sul caso, anche se non in modo esplicito, questi uomini permettono alla Misericordia di far sentire la propria voce.