II Domenica di Quaresima / C
Lc 9, 28b-36
Appena la voce cessò,
restò Gesù solo.
Mentre pregava. Il Gesù di Luca è spesso visto in atteggiamento di preghiera, soprattutto nei momenti più importanti della sua missione. Lo è anche qui nell’evento della trasfigurazione quasi a dirci che per entrare nei misteri profondi dello splendore di Dio, la sua gloria, e nell’ascolto della sua voce è necessaria la preghiera.
Venne una nube. La nube è il segno della prova della vita, delle paure che possono nascere in essa che per essere superate hanno bisogno della presenza rassicurante di Gesù, della sua Parola.
Videro la sua gloria. La gloria di Gesù è vista dai discepoli dopo che egli ha annunciato la sua passione, cioè l’evento della croce che lo trasfigurerà brutalmente, in senso opposto a ciò che sta avvenendo in questo momento. Ma qui viene rivelato che il termine di ogni cammino è la risurrezione e la vita eterna.
È bello per noi essere qui. Pietro esprime il suo piacere nello stare là con Gesù. Sicuramente, come dice il Vangelo, egli non sa quello che dice perché l’evento lo supera è più grande delle sue possibilità di comprensione. Tuttavia, egli dice che è bello, cioè è bello non tanto per il luogo, quanto per il fatto della bella esperienza comune che sta vivendo con i discepoli e con il mistero di Dio.
Il suo volto cambiò di aspetto. Nella vita chi fa l’esperienza di Dio ha il volto cambiato.
Parlavano del suo esodo. Forse Gesù ritiene che i suoi apostoli non siano ancora pronti a capire quello che avverrà, a comprendere l’esodo che dovrà vivere a Gerusalemme.
Oppressi dal sonno. Gli apostoli sono colti dal sonno come nel Getsemani. È un richiamo alla fragilità umana, ma anche al fatto che egli, il Signore è sempre presente. Tuttavia, l’esperienza che gli apostoli stanno vivendo è più grande di loro, ma Dio li avvolge con la sua nube e si comunica a loro. La distanza tra Dio e l’uomo, visibile nella nube che produce paura, viene ridotta dalla presenza di Gesù e dalla rassicurazione della sua Parola alla quale è bene prestare ascolto.
Questi è il mio Figlio… ascoltatelo! Ascoltare il Figlio sembra rafforzare l’invito a fidarsi di Cristo. Il Padre esorta ad ascoltarlo e a fidarsi di lui.
Non riferirono. I discepoli tacciono e non riferiscono nulla dell’accaduto. È difficile capire la presenza di Dio all’interno di situazioni difficili, dentro una sofferenza e una paura. Occorre fidarsi e capire nel profondo del cuore.