II Domenica / C
Gv 2,1-12
Qualsiasi cosa vi dica,
fatela!
In quel tempo. Il vangelo inizia con (in quel tempo). Giovanni Battista pone (in quel tempo) l’inizio di una nuova creazione, di una nuova umanità. I discepoli scopriranno in quel giorno quanto vale Gesù.
Vi fu una festa di nozze. Gesù si rivela in una occasione di gioia e di festa. Questo è il primo segno ed il settimo sarà il segno dello svelamento della croce. E’ la croce il segno di Gesù.
Non hanno più vino. Maria è colei che coglie la situazione di disagio per la mancanza di vino alle nozze e chiede a suo figlio di provvedere. Gesù risponde che non è giunta ancora la sua ora, però effettua lo stesso il miracolo. Questo dimostra che su intercessione di Maria Gesù opera sempre. Ella è la mediatrice tra Dio e l’uomo.
Vi erano là 6 anfore. In questo evento non c’è ancora la pienezza, la perfezione, dimostrata dal numero delle giare 6 invece di sette, in quanto il numero della perfezione è il 7. Queste anfore vuote sono inutili ed ingombranti. La nostra umanità necessita di queste 6 giare perché sono la dimostrazione della nostra limitatezza e imperfezione.
Il vino buono. Questa straordinaria trasformazione dell’acqua in vino (simbolo di gioia e speranza) significa che Dio può mutare ogni cosa, quindi anche in noi può compiere questa trasformazione, ma la prima condizione è di accoglierlo e fidarci di lui, come hanno, fatto i servi del banchetto.
Con Lui possiamo risorgere dal male del peccato e dall’ egoismo per cui tutto diventa festa e gioia.
Il gustare il vino nuovo significa convertirsi, rieducarsi al gusto di Dio.